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25 novembre 2010

Massimo Volume - Da qui #1997


Il terzo atto della carriera dei M.V. si compie nel '97 con l'album Da qui. Quest'opera rappresenta il proseguimento logico e naturale del discorso sperimentale iniziato 5 anni prima e, sebbene non aggiunga niente di particolarmente nuovo rispetto al disco precedente, non ne tradisce nemmeno lo spirito innovativo ed estremo. Solo, ora le melodie sono molto più rilassate e meditative, senza troppi sbalzi d'umore né scarti ritmici accentuati. Nel complesso si respira un'aria un po' più rilassata, anche se la descrizione è ovviamente solo relativa: non si può proprio dire in assoluto che brani come Atto definitivo o Senza un posto dove dormire siano "tranquilli"... Comunque sicuramente il suono si è involuto, magari volontariamente, verso un ritorno ai '70: si percepiscono molte più influenze psichedeliche, eppure ancora riescono a stupire inventando con poche (apparentemente) note dei piccoli capolavori melodici come La città morta e Sul Viking Express. L'album è un continuum ininterrompibile, prese singolarmente le canzoni perdono molto di quel fascino che le deriva dal contesto in cui sono state poste. I passaggi sono importantissimi; come quadri diversi appesi ad una lunga parete si passeggia ammirandoli e questi, sebbene differenti tra loro, sono solo diversi capitoli dello stesso libro, della stessa tematica, riassunta molto bene nella citazione del regista Jodorowsky riportata in copertina: "Io allora comprendo che a volte non è bene cercare la sicurezza perché conduce alla morte. E che è meglio vivere nell'incerto". Tutto il disco è pregno di questo senso dell'incerto, del decadente, dell'incompleto, un cd di brani incompiuti si potrebbe definire, con riff e arpeggi tecnicamente perfetti, note inserite una dietro l'altra come in un teorema matematico, ma nessuna tesi a giustificare tutta la fatica. Così quando alla fine l'atmosfera si infiamma in Stagioni, l'emozione compressa e inespressa per 10 tracce si scatena in un crescendo epico. Questo è uno di quei dischi che ogni volta che l'ascolto mi lascia l'amaro in bocca, una sensazione fuggevole e nascosta di insoddisfazione, di mancanza di un qualche-cosa indefinibile che ne avrebbe fatto un capolavoro, ed è forse per questo che mi è anche più caro e, a distanza di tempo, è quello dei tre che molto più spesso (anche senza volerlo né pensarci su) mi ritrovo ad ascoltare.


Massimo Volume - Senza un posto dove dormire

Tracklist:

01. Manciuria (L'ultimo John Ford)
02. Atto definitivo
03. C'è questo stanotte
04. Senza un posto dove dormire
05. La città morta
06. Sotto il cielo
07. Sul Viking Express
08. Qualcosa sulla vita
09. Avvertimento
10. Manhattan di notte
11. Stagioni

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1 commento:

Alessandro Maroso ha detto...

il mio preferito dei mv