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31 dicembre 2013

Wretched/Indigesti - Wretched/Indigesti (7" split) #1982

Post numero 1000.
E buon 2014.

Tracklist:

a1. WRETCHED - Schiavo del sistema
a2. WRETCHED - Promesse
a3. WRETCHED - Fino in fondo
a4. WRETCHED - Se ne fregano
a5. WRETCHED - Il loro stato
a6. WRETCHED - Usa la tua rabbia

b1. INDIGESTI - No al sistema
b2. INDIGESTI - Crea veleno
b3. INDIGESTI - Mai
b4. INDIGESTI - Polvere fastidiosa
b5. INDIGESTI - Mass media
b6. INDIGESTI - Detesta

Self-released
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29 dicembre 2013

La Morte - La Morte #2012

La Morte nasce all'inizio del 2012 quando Riccardo Gamondi (UOCHI TOKI) chiede a Giovanni Succi (BACHI DA PIETRA) una selezione di letture da sonorizzare con l'elettronica. Succi delinea idea, tema e nome del progetto che nella primavera del 2012 è alle prime sessioni di registrazione delle voci al Fiscerprais Studio. Sulle letture interviene poi Gamondi, selezionandole a sua volta in base alla propria ispirazione e componendo su di esse parti da campionamenti e field recording. Attraverso la voce e l'elettronica il progetto propone pagine sparse della letteratura occidentale dal medioevo ad oggi in prosa (con la sola eccezione per i versi di Iacopone da Todi) sul tema della morte. La ricetta è semplice e come per le fiabe non si richiede all'ascoltatore altro requisito se non la propensione all'ascolto.
L'invito è ad avventurarsi ad occhi chiusi nell'esperienza narrativa attraverso i suoni, spogliandosi degli eventuali preconcetti (positivi o negativi) sugli autori, che non vengono dichiarati preventivamente, seppur siano rintracciabili attraverso un link (non ancora attivo). Si tratta in fondo di voci umane, stralci di esperienze di individui reali nel tempo: come se la morte ne avesse dispersi i nomi e le opere e non ne fossero rimaste che tracce. Quello tra autore e ascoltatore si ripropone così come un rapporto tra pari. Pari in quanto umani; pari in quanto mortali.
Per avvicinarsi a La Morte non occorre alcuna erudizione, così come è innegabile che nessuna conoscenza, in quel frangente reale, potrà mai fare la differenza per nessuno.

da SoundCloud


La Morte - La vita è finita


Tracklist:

a1. L'occhio medico/Due ore di vita/Subito!/Caduta è la carne

b1. In un cielo vuoto/Nel gelo di un ordine immobile/La vita è finita/Chi l'avrebbe mai immaginato

Corpoc/Anemic Dracula records
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Website
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25 dicembre 2013

Negazione - Il giorno del sole #2012

Regalino di natale.

Negazione - Diritto contro un muro

Tracklist:

*track 01 from Little dreamer #1988
*tracks 02-11 from Lo spirito continua #1986
*tracks 12-16 from Condannati a morte nel vostro quieto vivere (7") #1985


01. Il giorno del sole
02. La vittoria della sconfitta
03. Lasciami stare
04. Thinkin' of somebody else
05. Diritto contro un muro
06. Niente
07. Un amaro sorriso
08. Straight and rebel
09. Qualcosa scompare
10. Lei ha bisogna di qualcuno che la guardi
11. Lo spirito continua
12. Noi
13. Cannibale
14. Tutto dentro
15. Ancora qui
16. Incubo di morte

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24 dicembre 2013

Crop Circles - Citizens of fear #2013

Gira e rigira, mi capita spesso di parlare di Trento e dintorni. E i giri, manco a dirlo, tendono ad aumentare. Irreversibilmente. Quella che mi trovo per le mani è l’ultima uscita di una band che ho sempre apprezzato, i Crop Circles da Rovereto. Ormai rotanti da qualche anno per le allegre strade dell’italica penisola e non, non hanno mai smesso di andare forte. Soprattutto veloce. Citizens of fear, appena uscito per Annoying Records, è un funambolico collage hardcore che – votando corde, gomiti e sali minerali a influenze decisamente americane – lascia perdere i convenevoli per lanciarci in un rollercoaster che pare a stento superare la decina di minuti. Compressi nell’atmosfera di un sound che non può che evocare quanto di meglio ci abbia offerto in passato (e oggi) il cosiddetto “skatecore”, i nove pezzi di questo piccolo proiettile musicale sono un costante rimando a band e realtà che fungono non solo da ipotetico punto di riferimento, ma soprattutto da pietra di paragone per un disco che nulla ha da invidiare ad altri exploit nel genere: se i graffi di TEAR IT UP, DIE! o dei più recenti TRASH TALK ancora non son guariti, sappiate che tra i solchi di questo vinile c’è ancora abbastanza movimento da ritardare le croste. Dedicato a tutti gli affezionati.

da The New Noise


Crop Circles - Cold words

Tracklist:

a1. Cold words
a2. On air
a3. No escape
a4. Too late
a5. Lights out

b1. 1984
b2. 21.12.2012
b3. Citizens of fear
b3. Smoke in the eyes

Coproduced
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Bandcamp
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21 dicembre 2013

Youth Avoiders - Youth Avoiders #2013

Youth Avoiders' first full length is exactly the best you would have expected after their different E.P's. These 5 guys combine great songwriting with great sense of melody and catchiness. This first album is made of 11 songs and the band hasn't feared to explore new things, more complex structures without loosing their energy and straightforwardness. The result is an urgent and solid record. This is the third Youth Avoiders' release on Destructure and like the Time flies e.p it's a corelease with Build Me A Bomb.

via Destructure


Youth Avoiders - Affliction

Tracklist:

a1. Cold mines
a2. Grit your teeth
a3. Long chains
a4. Wild ones
a5. Casting lots
a6. Affliction

b1. Snake charmer
b2. Vows and vultures
b3. Smoked glass
b4. Control
b5. Oil Slick

Destructure/Build Me A Bomb records
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19 dicembre 2013

Giuda - Wild tiger woman (7") #2013

Giuda (pronounced JEW-DA) are an Italian five-piece band from Rome, born from the ashes of European punk rockers TAXI, and they have released a brand new video for the song Wild tiger woman.
Giuda released their debut album Racey Roller last year and now they're back with their mix of anthemic 70s glam hooks and the punchy delivery of early UK punk with their second album, Let's do it again, due out on December 9.
The band's influences include early 70s glitter giants such as SLADE, THE SWEET and T.REX; semi-obscure junkshop glam acts such as Hector and Jook; Vanda and Young's pre-AC/DC Aussie rock; and SLAUGHTER & THE DOGS' and EDDIE & THE HOT RODS' pub rock/punk.

da antiMusic.com


Giuda - Wild tiger woman

Tracklist:

a1. Wild tiger woman

b1. Maybe it's all over now

Brass City Boss Sounds/Fungo records
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Bandcamp
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18 dicembre 2013

Controllo Elettronico Della Velocità - A tutta birra #2012

Nato nel 2010, il Controllo Elettronico Della Velocità, power trio anomalo senza basso, solo chitarra, batteria ed elettronica, si autodefinisce un “movimento sociale ispirato alla strada e alle vicissitudini di normali cittadini alle prese con la quotidianità di un sistema che spesso fa incazzare”.
Non stupisce quindi il fatto che A tutta birra sia un vero e proprio concept-album, che fa il paio con il debutto Allacciate le cinture, dedicato alla “giungla d'asfalto”. L'atteggiamento della band è volutamente ironico, dissacratorio, e, permettetemi il termine, piacevolmente cazzone. Contemporaneamente il trio ci da dentro con forza: quello del CEDV è un hardcore ipercinetico, ma capace anche di improvvise deviazioni: prendiamo ad esempio Full optional, disturbante industrial da colonna sonora Lynchiana, oppure Il blues del divieto di sosta, riff stoner cadenzato che si alterna a sfuriate devastanti.
A tutta birra è un disco divertente e fuori dagli schemi, e il Controllo Elettronico Della Velocità si conferma uno dei progetti più interessanti del sottobosco indie italiano.

da KDCOBAIN.IT


Controllo Elettronico Della Velocità - Fuori dal casello

Tracklist:

01. 113
02. Alt! Dogana
03. Fuori dal casello
04. Full optional
05. L'ausiliario
06. Il blues del divieto di sosta
07. Ma dai!
08. Fausto & Furio
09. Run-pollo
10. Supersbirro megafiga
11. Re del freno a mano
12. Autobot

Dischi Bervisti/Mal De Testa records
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Website
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14 dicembre 2013

Drowning Pool - Drowning Pool #1986

Limitato a 1000 copie, etichetta bianca con logo custom "viva", catalogo REVI002, copertina non incollata apribile, (affascinante ed enigmatico art-work da parte di Claudio Di Gianbattista ), completa di inserto, lo stupendo e raro primo album dei Drowning Pool, oscura splendida ed indimenticabile band californiana originaria di Los Angeles. Grazie alla Viva Records nel 1986 pubblicano questo loro primo lavoro, denso, sognante, evolutivo. La voce di Andrew Crane ci accompagna in sognanti e malate atmosfere per crescere in implosioni solari. Assolutamente ineccepibili, stupenda glaciale wave usa; i Drowning Pool sono stati uno dei pi—ù importanti gruppi apppartenenti alla scena denominata "trance music" che ebbe altri fondamentali esponenti nei SAVAGE REPUBLIC, 17 PYGMIES e RED TEMPLE SPIRITS. Eterei ed oscuri insieme, onirici ma inquietanti.

da Rockbottom


Drowning Pool - Weaving petals

Tracklist:

a1. Ritual regeneration/Toy soldiers
a2. Festival of healing
a3. Song to the Chumash

b1. Weaving petals
b2. Muted streak
b3. Art of waiting
b4. Fired from within

Viva records
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8 dicembre 2013

Tears|Before - Minus #2012

I Tears|Before avevano saputo catturare l’attenzione con l’ep di debutto Reversal (2009), ma è con questo primo album che si può finalmente comprendere fino in fondo l’effettiva caratura della band, figlia dello scontro tra post-core e noise newyorkese, clangore metallico e rabbia rovesciata senza filtri sull’ascoltatore. Si potrebbero tirare in causa i BURNT BY THE SUN come gli UNSANE, i BOTCH come i DILLINGER ESCAPE PLAN, ma si ragionerebbe per semplificazioni eccessive e non si renderebbe il senso di una proposta che non ha paura di affondare in certo metal evoluto (MESHUGGAH in primis) per dare la giusta carica alla propria vena hardcore. Non si può tacere inoltre una certa pulsione al caos tinto di nero, quello che ha visto nei francesi CELESTE uno dei nomi maggiormente esemplificativi. Minus è tutto questo, un concentrato di suoni e linguaggi che vanno a collidere senza paura delle conseguenze e, soprattutto, senza la necessità di fare i conti con codici e definizioni prestabilite. Così, pur nella presenza di una cifra stilistica ben definita e di un’impronta comune nella scrittura, ci si avvicina e allontana dai vari punti di riferimento a seconda del brano e di ciò che occorra alla bisogna. Un aspetto, quest’ultimo, che rende il percorso vario quel tanto che basta a non esaurirsi in una futile dimostrazione di furia cieca e a donare qua e là salutari rallentamenti (Home e il suo groove, ad esempio). L’impressione è che si tratti di un album in crescendo, non tanto per la struttura o il valore dei brani, quanto per la necessità di lasciar entrare sotto pelle l’approccio dei Tears|Before minuto dopo minuto, passaggio dopo passaggio, e scoprire così tutte le sfumature di una proposta più complessa di quanto la botta iniziale lasci intendere. La decisione di auto-produrre il disco, così da seguirne in prima persona ogni fase, fa ben comprendere quanto la band tenga a questo suo nuovo parto, non a caso uscito ben tre anni dopo il debutto.

da The New Noise


Tears|Before - Pornography in the 30's

Tracklist:

01. None
02. Pornography in the 30's
03. Walter Jr.
04. Lou Rhodes
05. Home
06. Pavillon
07. Vibes
08. Providence

Self-released
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7 dicembre 2013

Gaznevada - Psicopatico party #1983

Dopo la splendida conferma di Dressed to kill, qualcosa di importante accade in casa Gaznevada. Lascia Andy Nevada alias Giorgio Lavagna per dedicarsi al progetto STUPID SET, ma anche per incomprensioni interne al gruppo, musicali e non. Se ne va quindi l’elemento più destabilizzante a livello sonoro, l’ala oltranzista della band e, di conseguenza, il frontman diventa a tutti gli effetti Billy Blade alias Sandro Raffini, mentre il timone compositivo viene preso saldamente in mano dal chitarrista Ciro Pagano, in arte Robert Squibb. Gli effetti sono immediati: l’ep (Black Dressed) White Wild Boys occhieggia alle nuove derive wave-pop anglosassoni e, allo stesso tempo, si prepara per l’invasione italo-dance che sta dilagando in Europa, un’onda che, di lì a poco, sarà cavalcata dall’Italian Records al gran completo. Insomma i Gaznevada approcciano il mercato e lo fanno nella maniera più diretta possibile, con un 45 giri come Ragazzi dello spazio, che dovrebbe portarli a San Remo, ma soprattutto con la vera bomba del loro nuovo repertorio, quella I.C. Love Affair con cui navigheranno alti in classifica e che, nella versione a dodici pollici, diverrà un must del dancefloor anni ’80. Con queste premesse, esce nel 1983 il secondo album Psicopatico party – di cui latita una doverosa reissue – che, come tanti lavori di transito, ha il fascino ambiguo della via di mezzo, di quegli strani ibridi nati un po’ in fretta come ponte fra un passato ormai scritto e un futuro in via di costruzione. C’è la reprise classica alla Gaznevada di A. Perkins, tutta spigoli ed ossessione noir, ma già l’attacco di Fashion crime poppeggia in altre direzioni, con il sax morbido che suggerisce nuove sponde prima che esploda la suddetta I.C. Love Affair a spazzare via (quasi) tutto, Blade che fa l’Alan Vega con braghe pre-house e i cori stellari della onnipresente Fawzia. L’assurdo cantato di Agente Speciale nasconde un’altra potenziale hit che verrà svelata dal successivo remix ad opera di Tony Carrasco, mentre Visitors from the space, Whispers ed il brano che titola il disco galleggiano fra autocitazionismo, tappeti tastierosi e molta voglia - un po’ repressa – di cambiamento. In chiusura Beirut Ovest, elettro-ballata che cita in uguale misura GARBO e gli ULTRAVOX di Vienna, mostrando una versione della band che non avrà seguito.

da "Audiodrome", a cura di Giampaolo Cristofaro e Gabriele Gardini


Gaznevada - Fashion Crime

Tracklist:

a1. Fashion Crime
a2. I.C. Love Affair
a3. Agente Speciale
a4. A. Perkins
a5. Visitors from the space

b1. Psicopatico party
b2. Whispers
b3. (Black Dressed) White Wild Boys
b4. Beirut Ovest

Italian records
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6 dicembre 2013

Corpse - Nessuna governabilità (ep) #2013

Non siamo depressi, siamo in sciopero. Per chi rifiuta di gestirsi la depressione non è uno stato ma un passaggio, un arrivederci, un passo a lato verso una disaffiliazione politica rispetto alla quale l'unica conciliazione possibile
sono le vostre medicine
è la vostra polizia

da CORPSE


Corpse - Ungovernable force

Tracklist:
 
01. Ungovernable force
02. Valle
03. Carcere speciale
04. Piano di consistenza comune
05. Life/war
06. 15 Ottobre
07. Estintori sulla camionetta pt. 1
08. Life disease (DROPDEAD cover)
09. Nulla
10. Sta nel prendersi la merce, sta nel prendersi la mano

Self-released
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3 dicembre 2013

Lleroy - Soma #2013

Ne parlavamo all’epoca dell’indagine sulle Marche marce di questo trio di noise-rock addice, tirando in ballo nomi storici delle musiche che infiammarono NY intorno ai primi ’90. Gli sberleffi sarcastici di COWS e MELVINS, le chitarre insanguinate degli UNSANE, il (ehm) blues vomitato dei JESUS LIZARD – ma potremmo tirare in ballo LUBRICATED GOAT, HAMMERHEAD, DISTORTED PONY, GOD BULLIES e tutto il catalogo AmRep o Trance Syndicate – sono ancora le traiettorie principali del suono dei Lleroy, come accadeva all’epoca di Juice of Bimbo.
Nel mentre, però, qualcosa è cambiato a livello strutturale e compositivo. Un cambio di formazione che, a dirla tutta, non si nota affatto tanta e tale è la foga e la densità del suono con cui Chiara Bunker Antinozzi – sostituta del fuoriuscito Giacomo Zocca – si getta nella mischia. Un cambio compositivo che invece si nota eccome, ovvero il passaggio all’italiano: scelta apparentemente “paracula”, in realtà l’ennesima prova di come a certe sonorità si possa adeguare una scrittura non necessariamente ricalcata sui clichè a stelle&strisce, ma virata nell’italico idioma e trasfigurata in urla al vetriolo e cartavetrata a-melodica.
L’impatto sonoro è, se possibile, ancor più estremizzato rispetto all’esordio. Groovey e malefica, la musica dei tre acquista in portato post-hc e in ruvidezze post-noise, lanciandosi a rotta di collo lungo l’autostrada del dolore: Tignola, Ultimi sintomi, Dentro al cerchio sono un concentrato di aberrazioni vocali, bassi caterpillar, midtempo assassini, scatafasci strumentali e chitarre in fiamme, che innalzano un muro di doloroso suono in faccia all’ascoltatore. E quando rallentano – vedi la chiosa della lunga Omega999 – da maelstrom sonoro a disturbante liquidità black ambient, il disagio è se possibile ancora maggiore. Se solo fossero nati di là invece che di qua dall’oceano, i Nostri farebbero sicuramente parte del novero dei pigfuckers più feroci e sregolati. Però sono nati di qua, e noi ce li culliamo ben bene.

da SENTIREASCOLTARE


Lleroy - Dentro al cerchio


Tracklist:

01. Tignola
02. Cuorleone
03. Dentro al cerchio
04. Don Peridone
05. Soma
06. Ultimi sintomi
07. Merda nazionale
08. Omega 999
09. Pura grazia

Co-produced
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26 novembre 2013

Dracula Lewis - Permafrost (12") #2012

La Souterrain Transmission ha da poco dato alle stampe il full lenght del Moon Duo, ed ha nel suo roster gente come Zola Jesus ed Ema. Non siamo ai livelli della Sacred Bones ma la berlinese si difende più che bene.
Dracula Lewis mancava dai "mercati" da un po' di tempo, almeno sotto questo moniker. Parliamo della cassettina del 2008, Vernasca, Vahlalla, registrata con un mixer rotto e due microfoni, per la sua Hundebiss Records.
Merito della label tedesca è riportare in vita la strana creatura di Simone Trabucchi in un 12" limitato - Permafrost - sospeso tra la marcia narcolettica da zombie movie di serie Z e elettronica lo-fi.

da Fritto Misto


Dracula Lewis - Permafrost


Tracklist:

a1. Chrome riderz (feat. Stargate)
a2. Permafrost

b1. Marble eyes
b2. Spacies

Souterrain Transmissions
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15 novembre 2013

La Ligne Maginot - La Ligne Maginot #2010

The first thing you inescapably notice about this record is the beautiful artwork (by an unidentified Viennese painter). Gorgeous gatefold packaging with really nice vinyl and black inner sleeves, this is the debut full-length release by Vienna-based La Ligne Maginot. This is an immensely complex album, lyrically and musically. Peeling this back like an onion reveals a mixture of down-tuned hardcore punk with seriously dark metallic overtones and atmospheric textures piercing through waves of thick reverb. It’s reminiscent of some of the early 90’s metallic screamo stuff coming out of Germany, but has a very unique signature to it and stands certainly on its own. It invokes GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR-style crescendos and buildups then unleashes raspy experimental hardcore within seconds. Lyrical overtones paint a bleak existential foray into the decay of society, poetic without sounding contrived, and are well translated from the native Austrian-inflected German. I was blown away by this, and can’t wait to hear more from this mysterious band! (Rob Hanna)

(review from Profane Existence)


I saw this amazing band live in a squatted church in south london during their summer tour - on august 2013. They blew everybody away - 8 musicians on stage with 3 guitars, 2 drums, keyboard, bass and alternating vocals - they were just powerful, beautiful, progressive - dreamlike, metallic and doomish at the same time - a great live act and a pure anarchist way of performing and travelling.
At their distribution point a clear message saying "pay as you want" was close their cds and they didn`t mind swapping cds or t-shirts with other distros. This cd is artefully crafted with an original package - a screenprinted fabric make a folder for the cd - it comes with a patch and beautiful little booklet with lyrics in german and english translations.
Their attitude reminded me of the punk bands from the 90s, very little sense of business but a great communication and antagonism of the idea that comes into practice.
This is just a little gem from the unknown underground european punk scene. A must for the lovers of great and original music with no musical borders.

(digital transfer by Faraway - review by Profane Existence and Faraway)


La Ligne Maginot - Im Morgen Grauen

Tracklist:

01. Im Café Kastanie
02. Im Morgen Grauen
03. Der Zug
04. Detonationen
05. Wachsen
06. Zerfallen
07. Die Letzten Meter

Self-released
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12 novembre 2013

I Dinosauri - ██████ (ep) #2012

Nel tardo inverno del 2011, dall'incontro tra Giorgio De Fraia (chitarra) e Alessandro Canu (batteria), nasce il progetto strumentale I Dinosauri, concettualmente legato ad un prodotto privo di compromessi compositivi e privo di voce.
Le influenze, rimandabili ad un certo tipo di garage (HELLA, TORTOISE, BIRTHDAY SUITS, RED WORMS FARM, DON CABALLERO) sono rivisitate dal diverso gusto individuale e dalle differenti esperienze musicali dei componenti.
Durante l’anno 2012 il duo compone una scaletta di dieci brani che verrà registrata questo novembre all'Igloo Audio Factory di Correggio.

da ParmaDaily.it

I Dinosauri - Prandi (questo)


Tracklist:

01. Intro
02. Sabbath
03. Prandi (questo)
04. La brutta vita
05. Bat-man
06. La carie
07. End

Self-released
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3 novembre 2013

Ice And The Iced - Drunk at the Duke #2006

Gli Ice & the Iced nacquero alla fine del 1979 dalle ceneri dei THE BASTARDS. Ice, Larry e Ronnie si conoscevano da sempre, abitavano sulla stessa strada, in quella città, Pordenone, che diede i Natali a quello che fu il più importante movimento punk italiano. Il 3 maggio 1980, a solo 3 mesi dalla nascita del gruppo e con un'età media di 16 anni gli Ice & the Iced si esibiscono come supporto ai già famosi GAZNEVADA al Palazzetto dello Sport di PN.
La band fissa la propria sala prove in un piccolo sgabuzzino battezzato The Duke mentre il motore manageriale viene affidato all'organizzazione Wiched Wolves, una specie di mafia capitanata da King Sexy Wolf.
È il 1981 e un'etichetta indipendente, la Trux records, propone al gruppo la realizzazione di un 7" ep. Le registrazioni avvengono negli studi A.T.A.V.F. (uno studio di registrazione posto sotto un negozio di elettrodomestici specializzato nella produzione di musica folk!), nello stesso posto dove, qualche tempo prima, HITLERSS e TAMPAX registrarono il loro famoso split.
Il risultato è uno dei singoli punk più riusciti di sempre con 2 pezzi come Poly.. e We've had enough che posseggono la statura del classico. 
Inizialmente il progetto prevede la distribuzione del 7" nei supermarket come ICEPACK: 7" + Pin + adesivo ma la cosa non riesce ed il disco, stampato in 1000 copie, viene distribuito ai concerti o nei locali negozi di dischi.
Con all'attivo 50 concerti suonati in giro per l'Italia e circa 60 songs la band inizia a pensare alla realizzazione di un Lp, sogno per molto tempo cullato dal gruppo.
È il periodo di maggior successo ma è anche il periodo in cui la sfortuna inizia ad accanirsi contro i membri della band. King Sexy Wolf muore in un incidente in vespa in cui resta coinvolto anche Ice. Ronnie e lo stesso Ice iniziano a vivere una vita sempre più sregolata e sul filo del rasoio che li porta più volte a rischiare la vita. Di ritorno dal Duke dopo una serata passata con gli amici a festeggiare i 2 anni di attività degli Ice & the Iced, la band rimane coinvolta in un pauroso incidente automobilistico, la tragedia è solo sfiorata e lì a poco la band cesserà di esistere.
2006: 25 anni dopo i pezzi della loro unica traccia lasciata su vinile vengono immortalati nella famosa compilation Killed by death mentre le copie originali di tale 7" cambiano mano per $450. Recensioni qua e là sul web, un video musicale con protagonista lo skater statunitense Corey mentre un recente sito web ufficiale è tenuto da Jared negli USA. La band riesce ad uscire da quello spazio underground che si era ritagliato all'epoca guadagnando notorietà internazonale.
Il disco che stringi tra le mani raccoglie le registrazioni dell'ormai mitico 7" ep insieme a del materiale recuperato fortuitamente dalla band su di una tape registrata al Duke nel 1980.
Ascoltando queste registrazioni mi auguro tu riesca a percepire, come è successo a me, tutta quell'angoscia esistenziale, quel disagio sociale e quell'energia positiva che gli Iced riuscivano ad emanare. Queste registrazioni sono il passato, il presente ed il futuro per tutti quelli che non hanno dimenticato il valore della ribellione, l'odore dell'amicizia che ti si appiccica sulla pelle. Dentro queste tracce ci sono i sogni della giovinezza, la memoria di fughe, di cazzeggi e casini del tempo che fu e delle tragedie della vita fino alla rinascita.
Fanne tesoro perché finché ci sarà qualcuno che ascolterà questi pezzi il sogno non si interromperà.

da Ice & The Iced


Ice And The Iced - Eccezionale


Tracklist:

a1. Rock 'Pn' Roll
a2. Polyskyzophrenia
a3. We've had enough
a4. Freezer
a5. Slash me
a6. No alternative
a7. Squalid life
a8. School rules A

b1. KWS
b2. Hit
b3. On the stairs
b4. School rules 2
b5. The violence in me
b6. Eccezionale

Big Star Rolling records
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30 ottobre 2013

Khalmo - Impero #2009

Finalmente. Se non avete mai sentito nominare i Khalmo in tutta la vostra carriera di punk-hardcorers, allora tornate a scuola: vi siete persi tutti gli anni ’90. I reduci DOC invece ricorderanno benissimo il loro unico 7" Visioni meccaniche (1993), per due motivi. Il primo è che circolò moltissimo (un po’ tutti dovrebbero averne una copia a casa, o almeno IO ce l’ho). Il secondo è che è un classico immane, anzi, per il sottoscritto è il miglior disco italian HC old school dell’epoca, seguito a ruota dal primo Lp dei SOTTOPRESSIONE. Testi oppressivi, riff assassini, ritmi serratissimi, una gran voce: comprimete il tutto in un centimetro cubico e avrete lo stile unico che contraddistinse i Khalmo dal 1989 al 1995. Ringrazio di cuore Andrea, ex-chitarrista del combo, per essere venuto a cercare Lamette a Bologna, rendendoci partecipi e beneficiari di questa ristampa integrale con remastering. Serviva come il pane.
Impero raccoglie in un colpo solo tutto il materiale mai registrato dai Khalmo, ovvero l’apocalittico Visioni meccaniche e un concerto tenutosi al vecchio CPA di Firenze il 27.11.1993, di ottima qualità (considerando i suoi sedici anni) e ripulito in studio al punto da suonare come un demo di tutto rispetto. Tra questi 15 pezzi live, troverete praticamente tutto il materiale rimasto inedito e successivo al vinile con la Inaudito Records, che non rappresenta una fase confusionaria e declinante, ma un progresso stilistico in corso, purtroppo mai fissato su supporto audio in versione definitiva: provate ad ascoltare Piano irreale, Impero o Banditismo per avere una precisa idea di quello che i nostri avrebbero potuto combinare se avessero proseguito. Se suonate hardcore a vostra volta, non mancherete di pensare seriamente di darvi all’ippica.

da Lamette.it



Khalmo - Visioni meccaniche (7")

Tracklist:

01. Piano irreale (live)
02. Non ritorno (live)
03. Stato nascente (live)
04. Rinchiuso nel nulla (live)
05. Solo vergogna (live)
06. Immaginario anni 80 (live)
07. Impero (live)
08. Banditismo (live)
09. Visioni meccaniche (live)
10. Discorso ad un bambino nel mondo della luna (live)
11. Parole perdute (live)
12. Niente in comune (live)
13. Voglio ricordare (live)
14. La malattia di Anna (live)
15. Non è finito niente (live)
16. Visioni meccaniche (7")
17. Non ritorno (7")
18. Stato nascente (7")
19. Rinchiuso nel nulla (7")
20. Immaginario anni 80 (7")

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29 ottobre 2013

La Prospettiva - Inquieti tempi #2012


Se i CONTRASTO sono il miglior gruppo hardcore italiano degli ultimi 10 anni, i La Prospettiva sono di sicuro il miglior gruppo italiano uscito da 2 anni a questa parte. Gruppo che con i Contrasto condivide il cantante (nei Contrasto seconda chitarra) e batterista, il gruppo di Cesena torna dopo due gradevoli cd. Qui finalmente ci dimostrano cosa sanno fare. Hardcore old school moderno, con tempi ultra veloci e stacchi mosh, voce urlata e come al solito un gran lavoro di batteria da parte di Teo. Intro più 8 pezzi al fulmicotone ottimamente suonati, con un gusto molto gruppi Bridge 9 della nuova generazione nelle chitarre ed un basso suonato in maniera perfetta da Laerte (che dal vivo è pure uno spasso, visto che non sta fermo un minuto). Testi molto personali completano un gran disco, che vi consiglio di fare vostro. Ah, come dimenticare poi il solito lavoro magistrale di serigrafia su vinile (infatti è un one side, cioè i pezzi sono registrati solo su un lato) e copertina eseguito dall'ormai leggendaria Serimal di Michele LA QUIETE/RAEIN. Se proprio non avete il piatto, fatelo vostro in cd.


La Prospettiva - Allo specchio ogni giorno

Tracklist:

01. Intro 1
02. Inquietudine a luglio
03. Allo specchio ogni giorno
04. Pagine nere
05. Un urlo
06. Nero
07. Ciclico vivere
08. Tirannia del tempo
09. Anche nel tuo sguardo

Co-produced
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27 ottobre 2013

His Electro Blue Voice - Dead sons (12") #2011


Delle dinamiche 2.0, agli His Electro Blue Voice sembra fregargliene poco o nulla. Immuni al morbo del sovraccarico del sistema, continuano nello loro politica dei piccoli passi con un altro 12” dopo Wolf/Worm per Holidays. Stavolta a mettere la firma è l’americana Brave Mysteries, garanzia di qualità e giusto weirdismo simil-occultista, a giudicare dal catalogo recente. E i tre italiani non si fanno pregare, piegando il loro post-punk verso forme altre, dilatate e visionarie, in scia proprio alla precedente release. I tempi, innanzitutto, dicono di sfuriate che di post-punk hanno l’anima ma non la struttura: gli oltre 7 minuti di Dead mice, partono dritti tra cupezze d’ordinanza e sepolcrali visioni post-goth in accelerazione per poi sciogliersi in deliqui astratti al limite di un espressionismo psych strambo e personale (il flauto decontestualizzato). Il contraltare Zum è altrettanto diluito in forme quasi psych pronte a scivolare verso lande kraut-kosmische stratificate, free e ossessive. Nel mezzo, Eat sons ricorda come i 3 avessero eletto il bat-cave come residenza ideale.
Nessun revival duro e puro, quindi. Gli HEBV dimostrano di avere consapevolezza di una via personale al post-punk. Ora però dovrebbero metterla in atto su distanze più ampie. Il full-length è maturo.


His Electro Blue Voice - Eat sons

Tracklist:

a1. Dead mice
a2. Eat sons

b1. Zum

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