Essenziale compilation dell'ensemble bergamasca che raccoglie il meglio della loro produzione nel decennio (e poco più) citato. Loro sono uno dei primi, e probabilmente il più sincero, progetti di musica industriale nati nel belpaese. Com'è facilmente intuibile dal nome, i nostri prendono l'industrial dal suo lato più rumorista, metallico e meccanico, pur senza disdegnare soluzioni elettroniche o l'utilizzo di violini, fiati o fisarmoniche, e grosso modo si possono collocare nel solco tracciato da fratelli maggiori quali EINSTURZENDE NEUBAUTEN, Z'EV o TEST DEPT. La convenzionale e obsoleta batteria viene sostituita da moderne drum machine e ferraglia varia recuperata qua e là. Come hanno detto loro stessi "quel che ci eccitava era che con £20.000 riuscivamo a procurarci strumenti per quattro persone da un rottamaio".
E fino qua niente di nuovo, direte voi. Ma la particolarità delle Officine Schwartz risiede soprattutto nel retroterra storico-sociale-strumentale che è alla base delle musiche e dei testi. Il loro, infatti, è un continuo e convinto richiamo all'operaismo, alla fabbrica e alle tradizioni popolari di un tempo, che viene tradotto in musica grazie all'utilizzo di strumentazioni sperimentali o folkloristiche: immaginate un'orchestra di carpentieri partigiani diretta dal maestro Carlo Marx in persona. Sul palco, però, tutto questo non può essere espresso con l'abituale equipaggiamento della rock band: così, dal vivo, largo a sperimentazioni video, progetti multimediali e vere e proprie performance teatrali.
La loro discografia si chiuderà nel 2002 con la pubblicazione di Ferrodolce, preceduto da L'internazionale cantieri (1997). Fino all'anno scorso erano ancora sui palchi a suonare, ma l'oscuramento del loro sito web non mi fa pensare bene...
E fino qua niente di nuovo, direte voi. Ma la particolarità delle Officine Schwartz risiede soprattutto nel retroterra storico-sociale-strumentale che è alla base delle musiche e dei testi. Il loro, infatti, è un continuo e convinto richiamo all'operaismo, alla fabbrica e alle tradizioni popolari di un tempo, che viene tradotto in musica grazie all'utilizzo di strumentazioni sperimentali o folkloristiche: immaginate un'orchestra di carpentieri partigiani diretta dal maestro Carlo Marx in persona. Sul palco, però, tutto questo non può essere espresso con l'abituale equipaggiamento della rock band: così, dal vivo, largo a sperimentazioni video, progetti multimediali e vere e proprie performance teatrali.
La loro discografia si chiuderà nel 2002 con la pubblicazione di Ferrodolce, preceduto da L'internazionale cantieri (1997). Fino all'anno scorso erano ancora sui palchi a suonare, ma l'oscuramento del loro sito web non mi fa pensare bene...
Officine Schwartz - Assemblaggio II
Tracklist:
01. Carica!
02. G.R.U.
03. Assemblaggio I
04. Apretuchar
05. Il Mare D'Inverno
06. Rambo
07. Pannelli Solari
08. Il Dio Macchina Ha Voluto Il Caos
09. In Fabbrica
10. Ninna Nanna Del Capolinea
11. Canto D'Amore Delle Ruspe & Dei Sassi
12. Assemblaggio II
13. De Bellica Terra
14. Tamme Vogel
Kom Fut Manifesto
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Myspace
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Tracklist:
01. Carica!
02. G.R.U.
03. Assemblaggio I
04. Apretuchar
05. Il Mare D'Inverno
06. Rambo
07. Pannelli Solari
08. Il Dio Macchina Ha Voluto Il Caos
09. In Fabbrica
10. Ninna Nanna Del Capolinea
11. Canto D'Amore Delle Ruspe & Dei Sassi
12. Assemblaggio II
13. De Bellica Terra
14. Tamme Vogel
Kom Fut Manifesto
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2 commenti:
Grazie per il bel post! Le Officine le ho viste un sacco di volte nelle situazioni piu' strane ( in strada, nei cortei, ai concerti).
Bel post, bravo.
Le Officine hanno suonato al Bloom a Mezzago un paio di settimane fa, proiezione di un corto + sonorizzazione: perturbante.
Pare che abbiano qualche altra data ora.
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