Delle dinamiche 2.0, agli His Electro Blue Voice sembra fregargliene poco o nulla. Immuni al morbo del sovraccarico del sistema, continuano nello loro politica dei piccoli passi con un altro 12” dopo Wolf/Worm per Holidays. Stavolta a mettere la firma è l’americana Brave Mysteries, garanzia di qualità e giusto weirdismo simil-occultista, a giudicare dal catalogo recente. E i tre italiani non si fanno pregare, piegando il loro post-punk verso forme altre, dilatate e visionarie, in scia proprio alla precedente release. I tempi, innanzitutto, dicono di sfuriate che di post-punk hanno l’anima ma non la struttura: gli oltre 7 minuti di Dead mice, partono dritti tra cupezze d’ordinanza e sepolcrali visioni post-goth in accelerazione per poi sciogliersi in deliqui astratti al limite di un espressionismo psych strambo e personale (il flauto decontestualizzato). Il contraltare Zum è altrettanto diluito in forme quasi psych pronte a scivolare verso lande kraut-kosmische stratificate, free e ossessive. Nel mezzo, Eat sons ricorda come i 3 avessero eletto il bat-cave come residenza ideale.
Nessun revival duro e puro, quindi. Gli HEBV dimostrano di avere consapevolezza di una via personale al post-punk. Ora però dovrebbero metterla in atto su distanze più ampie. Il full-length è maturo.
His Electro Blue Voice - Eat sons
Tracklist:
a1. Dead mice
a2. Eat sons
b1. Zum
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