Materiale resistente sono cover di canzoni della Resistenza. Musica partigiana, dunque di parte, canzoni di gesta eroiche, di contadini diventati guerrieri poi, quasi per caso, eroi, "martiri", canzoni che scandivano i ritmi del sopravvivere nelle notti ghiacciate sull'Appennino o nei fienili delle case di latitanza.
Materiale che sfida la corrosione del mezzo secolo, uscito indenne dal boom dal punk dal trend, dal caf dai bot, dal big bang. Il nemico numero uno lo snocciolarsi della retorica, la celebrazione ciclica, l'enfasi cinquantenaria.
Ora il silenzio serve più dello slogan: meglio scalare la marcia, calare il cappello, riflettere.
Per questo abbiamo invitato gruppi (ciascuno a suo modo) "ben pensanti", gruppi solidi, di terra e solo in seconda battuta di musica (non ce ne vogliano...), come A.F.A., YO YO MUNDI, MARLENE KUNTZ, UMBERTO PALAZZO E IL SANTO NIENTE, C.S.I., SETTORE OUT, CORMAN & TUSCADU, DISCIPLINATHA, OFFICINE SCHWARTZ, MAU MAU, MODENA CITY RAMBLERS, GANG, CORO A.N.P.I., LOU DALFIN, SKIANTOS, ROSSO MALTESE, ÜSTMAMO', a reinterpretare musica resistente, a metterne a nudo l'ossatura robusta, il nervo elettrico, a scoprire implicazioni postume. Che sono tante.
Una, forse la più inquietante, ce la regala Neznad Maksumic, poeta bosniaco, nel libretto interno al cd: di come i pugni si fanno pietra, poi carne poi sangue e infine di nuovo pietra; parole che si conficcano in memoria come lame di ghiaccio, istruzioni per sopravvivere, forse le stesse che come grani di rosario abbiamo sentito mormorare in Palestina, Ruanda, Cile, Caucaso.
Scongiuri, e ragionevoli raccomandazioni belliche, e della necessità di non ascoltarle: così fecero, e come loro tanti, i fratelli Saltini, Vittorio e Vandina, da Correggio (RE), il cui cippo anima la foto della nostra copertina; glorioso nella sua umiltà, con le bandierine di carta e il sempreverde a cornice, simile a migliaia sparsi lungo le campagne o lungo i bordi delle provinciali.
La Resistenza è nel territorio, a dispetto degli smemorati, in quei monoliti di cemento o marmo corroso in un improbabile fasto floreale di lauro, edera o plastica.
È questo il fiore del partigiano?
Forse sì.
Alle genti che passeranno, un insegnamento: non temere il tuo tempo.
da www.sonica.it
Materiale che sfida la corrosione del mezzo secolo, uscito indenne dal boom dal punk dal trend, dal caf dai bot, dal big bang. Il nemico numero uno lo snocciolarsi della retorica, la celebrazione ciclica, l'enfasi cinquantenaria.
Ora il silenzio serve più dello slogan: meglio scalare la marcia, calare il cappello, riflettere.
Per questo abbiamo invitato gruppi (ciascuno a suo modo) "ben pensanti", gruppi solidi, di terra e solo in seconda battuta di musica (non ce ne vogliano...), come A.F.A., YO YO MUNDI, MARLENE KUNTZ, UMBERTO PALAZZO E IL SANTO NIENTE, C.S.I., SETTORE OUT, CORMAN & TUSCADU, DISCIPLINATHA, OFFICINE SCHWARTZ, MAU MAU, MODENA CITY RAMBLERS, GANG, CORO A.N.P.I., LOU DALFIN, SKIANTOS, ROSSO MALTESE, ÜSTMAMO', a reinterpretare musica resistente, a metterne a nudo l'ossatura robusta, il nervo elettrico, a scoprire implicazioni postume. Che sono tante.
Una, forse la più inquietante, ce la regala Neznad Maksumic, poeta bosniaco, nel libretto interno al cd: di come i pugni si fanno pietra, poi carne poi sangue e infine di nuovo pietra; parole che si conficcano in memoria come lame di ghiaccio, istruzioni per sopravvivere, forse le stesse che come grani di rosario abbiamo sentito mormorare in Palestina, Ruanda, Cile, Caucaso.
Scongiuri, e ragionevoli raccomandazioni belliche, e della necessità di non ascoltarle: così fecero, e come loro tanti, i fratelli Saltini, Vittorio e Vandina, da Correggio (RE), il cui cippo anima la foto della nostra copertina; glorioso nella sua umiltà, con le bandierine di carta e il sempreverde a cornice, simile a migliaia sparsi lungo le campagne o lungo i bordi delle provinciali.
La Resistenza è nel territorio, a dispetto degli smemorati, in quei monoliti di cemento o marmo corroso in un improbabile fasto floreale di lauro, edera o plastica.
È questo il fiore del partigiano?
Forse sì.
Alle genti che passeranno, un insegnamento: non temere il tuo tempo.
da www.sonica.it
Tracklist:
01. ÜSTMAMÒ - Siamo i ribelli della montagna
02. OFFICINE SCHWARTZ - Ciao bella
03. UMBERTO PALAZZO E IL SANTO NIENTE - Wir sind partisanen
04. A.F.A. - Con la guerriglia
05. SETTORE OUT - Amore ribelle
06. C.S.I. - Guardali negli occhi
07. CORMAN & TUSCADU - La complainte du partisan
08. DISCIPLINATHA - Vi ricordate quel 18 aprile
09. YO YO MUNDI - I banditi della Acqui
10. MAU MAU - Resistenza, Marzo '95
11. GANG - Eurialo e Niso
12. LOU DALFIN - Lou Pal
13. CORO "I CENTOUNO" DI FABBRICO - Spara Juri
14. MODENA CITY RAMBLERS - Bella ciao
15. MARLENE KUNTZ - Hanno crocifisso Giovanni
16. SKIANTOS - Fischia il vento
17. AFRICA UNITE - Il partigiano John
18. ROSSO MALTESE - Il canto dei deportati
Mercury
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01. ÜSTMAMÒ - Siamo i ribelli della montagna
02. OFFICINE SCHWARTZ - Ciao bella
03. UMBERTO PALAZZO E IL SANTO NIENTE - Wir sind partisanen
04. A.F.A. - Con la guerriglia
05. SETTORE OUT - Amore ribelle
06. C.S.I. - Guardali negli occhi
07. CORMAN & TUSCADU - La complainte du partisan
08. DISCIPLINATHA - Vi ricordate quel 18 aprile
09. YO YO MUNDI - I banditi della Acqui
10. MAU MAU - Resistenza, Marzo '95
11. GANG - Eurialo e Niso
12. LOU DALFIN - Lou Pal
13. CORO "I CENTOUNO" DI FABBRICO - Spara Juri
14. MODENA CITY RAMBLERS - Bella ciao
15. MARLENE KUNTZ - Hanno crocifisso Giovanni
16. SKIANTOS - Fischia il vento
17. AFRICA UNITE - Il partigiano John
18. ROSSO MALTESE - Il canto dei deportati
Mercury
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3 commenti:
I primi 3 brani valgono veramente la pena. Bravo
Qui c'è Cabala dei Loschi Dezi, progetto precedente ai Mau Mau.
http://www.mediafire.com/?7q3mxwu8zj91899
ciao,
riesci a fare un re-upload di questo disco?
grazie 1000 :)
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