Dietro alla coltre di nichilismo ultra-core che ne impregna i solchi, La semina e il raccolto cela una delle opere meno impulsive e superficiali uscite di recente nella nostra penisola da operetta. A partire dallo stesso nome della formazione, tributo al brano ¼ dead dei RUDIMENTARY PENI (“Three quarters of the world are starving, the rest are dead”): più che un omaggio, un vero e proprio manifesto programmatico a sottolineare la voglia bruciante di mettere nuovamente in sintonia contenuto e contenente. Perché con il debutto su 7” degli Un Quarto morto l’hardcore torna ad essere tutto quello che è stato e che dovrebbe ancora essere.
In primis, musica istintiva e bruciante di passione, lontana dai cliché e palesemente antitetica alla statica riproposizione di formule importate e di moda. In secondo luogo, genere espressivo che vede il suo fulcro nell’importanza dei messaggi da condividere e, quindi, eguale impegno nella scrittura in note e in parole (non a caso presenti - insieme alla puntuale introduzione riportata in apertura di recensione - all’interno della confezione che racchiude il vinile).
Gli otto brani proposti si prestano a differenti livelli di lettura e lasciano venire a galla i singoli sapori via via che si succedono gli ascolti: sembrano urticanti esplosioni di cieca violenza, ma rivelano - a chi sappia andare oltre le apparenze - un sovrapporsi di differenti esperienze e una continua tensione a superare i limiti. Nel giro di poche battute si tessono partiture in cui vengono a condensarsi emozioni e stati d’animo di opposta natura, con un approccio vicino ai PAINKILLER di John Zorn. Appare perciò riduttivo parlare di semplice hardcore, in quanto lo stesso rappresenta esclusivamente uno degli ingredienti di questo lavoro: soprattutto, vi appare nella sua forma più libera e incontaminata, quella venuta a spegnersi prima che gli anni Ottanta giungessero a metà corsa.
da Audiodrome
In primis, musica istintiva e bruciante di passione, lontana dai cliché e palesemente antitetica alla statica riproposizione di formule importate e di moda. In secondo luogo, genere espressivo che vede il suo fulcro nell’importanza dei messaggi da condividere e, quindi, eguale impegno nella scrittura in note e in parole (non a caso presenti - insieme alla puntuale introduzione riportata in apertura di recensione - all’interno della confezione che racchiude il vinile).
Gli otto brani proposti si prestano a differenti livelli di lettura e lasciano venire a galla i singoli sapori via via che si succedono gli ascolti: sembrano urticanti esplosioni di cieca violenza, ma rivelano - a chi sappia andare oltre le apparenze - un sovrapporsi di differenti esperienze e una continua tensione a superare i limiti. Nel giro di poche battute si tessono partiture in cui vengono a condensarsi emozioni e stati d’animo di opposta natura, con un approccio vicino ai PAINKILLER di John Zorn. Appare perciò riduttivo parlare di semplice hardcore, in quanto lo stesso rappresenta esclusivamente uno degli ingredienti di questo lavoro: soprattutto, vi appare nella sua forma più libera e incontaminata, quella venuta a spegnersi prima che gli anni Ottanta giungessero a metà corsa.
da Audiodrome
Un Quarto Morto - Alluminio satinato
Tracklist:
a1. Il contagio
a2. Alluminio satinato
a3. L’arte del desistere
a4. Il patibolo
b1. Idiocrazia
b2. Cadono teste
b3. Una questione semantica
b4. Il senno del poi
Coproduzione
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Myspace/Official website
Download here
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Tracklist:
a1. Il contagio
a2. Alluminio satinato
a3. L’arte del desistere
a4. Il patibolo
b1. Idiocrazia
b2. Cadono teste
b3. Una questione semantica
b4. Il senno del poi
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