I Pankow sono i pionieri della musica elettronico industrial sin dai primi Ottanta, un sound al quale sono rimasti sempre fedeli nel corso della loro lunga e tormentata carriera. Sono infatti passati anni dalle ultime produzioni del gruppo, rese ancor più complicate dal trasferimento in Australia del cantante Alex Spalck.
L'album nasce musicalmente a Firenze, e le idee sono state poi inviate, tramite la rete, nella terra dei canguri dove Alex ha potuto valutarne il contenuto. Pienamente convinto, il nostro è ritornato per alcuni giorni dai suoi vecchi compagni d'avventura, scrivendo ed interpretando soprattutto di notte. E di sicuro i colori che prevalgono all'ascolto dell'album sono il nero e il grigio, ombre minacciose che si dipanano per tutta la durata delle canzoni in cui ritmiche martellanti e tappeti elettronici minimali sono un autentico tormento di pathos e tensione.
La voce di Alex appare veramente indemoniata, una sofferta violenza in inglese e in un graffiante tedesco con testi catastrofici, privi di qualsiasi speranza. Belli anche gli episodi in cui il sound diventa più rarefatto e così "apatico" da non mostrare alcuna via d'uscita. Ma le potenziali fughe possono essere anche brani come I Never o Flamboyant, in cui l'agitazione prende la forma di un ballo frenetico e liberatorio tra wave Ottanta e techno ortodossa. I nervosismi di questo album rimandano principalmente ai più suggestivi EINSTURZENDE NEUBAUTEN ma anche ad alcuni episodi electro cari a FRONT LINE ASSEMBLY e SKINNY PUPPY, esprimendo un concentrato di passione e dolore che suona completamente sincero.
Kataweb Musica
L'album nasce musicalmente a Firenze, e le idee sono state poi inviate, tramite la rete, nella terra dei canguri dove Alex ha potuto valutarne il contenuto. Pienamente convinto, il nostro è ritornato per alcuni giorni dai suoi vecchi compagni d'avventura, scrivendo ed interpretando soprattutto di notte. E di sicuro i colori che prevalgono all'ascolto dell'album sono il nero e il grigio, ombre minacciose che si dipanano per tutta la durata delle canzoni in cui ritmiche martellanti e tappeti elettronici minimali sono un autentico tormento di pathos e tensione.
La voce di Alex appare veramente indemoniata, una sofferta violenza in inglese e in un graffiante tedesco con testi catastrofici, privi di qualsiasi speranza. Belli anche gli episodi in cui il sound diventa più rarefatto e così "apatico" da non mostrare alcuna via d'uscita. Ma le potenziali fughe possono essere anche brani come I Never o Flamboyant, in cui l'agitazione prende la forma di un ballo frenetico e liberatorio tra wave Ottanta e techno ortodossa. I nervosismi di questo album rimandano principalmente ai più suggestivi EINSTURZENDE NEUBAUTEN ma anche ad alcuni episodi electro cari a FRONT LINE ASSEMBLY e SKINNY PUPPY, esprimendo un concentrato di passione e dolore che suona completamente sincero.
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Pankow - I never thought of the consequences
Tracklist:
01. I can feel it
02. Kinderspiel
03. Don't
04. Wäre ich doch ein dichter
05. Ich bin (k)ein patriot
06. Life is offensive
07. I never thought of the consequences
08. Das gewicht der welt
09. Take it like a man
10. Escape from beige land
11. Tim the turtle
12. Flamboyant
13. Shutdown
14. The desperate sons from albury-wodonga
Minus Habens
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Tracklist:
01. I can feel it
02. Kinderspiel
03. Don't
04. Wäre ich doch ein dichter
05. Ich bin (k)ein patriot
06. Life is offensive
07. I never thought of the consequences
08. Das gewicht der welt
09. Take it like a man
10. Escape from beige land
11. Tim the turtle
12. Flamboyant
13. Shutdown
14. The desperate sons from albury-wodonga
Minus Habens
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