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Un album tanto inutile quanto piacevole. Inutile perchè un live pubblicato a un anno di distanza dall'uscita del loro primo lavoro non ha molto senso, piacevole perchè restituisce a pieno l'energia e la carica che i due pazzi francesini trasmettono nelle loro esibizioni dal vivo.
Poco o nulla si sa di questa seminale band inglese, se non che era attiva nella prima metà degli anni '80 e che ha pubblicato un unico album, Machine, nel 1984. Questo disco raccoglie invece tutta la loro produzione, composta per lo più da brani inediti. Il gruppo è giustamente annoverato tra i pionieri del genere gotico: chitarre gelide e taglienti, atmosfere darkeggianti, cantato acido, il tutto appoggiato su una discreta base melodica. Una valida alternativa ai vari BAUHAUS, P.I.L. e KILLING JOKE.
Guidata dalla carismatica figura di Roxy Epoxy (una LENE LOVICH contemporanea), questa band statunitense ci regala un pop punk di chiara matrice anni '80. Intendiamoci, è roba già sentita e risentita, tuttavia reinterpretata in chiave modernista, con tanto di synth in bella mostra, l'energica wave degli Epoxies riesce a farsi apprezzare per le sue indovinate melodie e per la splendida voce della cantante.
Pop punk con i controfiocchi per questa ottima band romana, attiva dal lontano 1992. L'album in questione è probabilmente il migliore della loro discografia, e può vantare l'incredibile direzione artistica di due guru del punk: Daniel Rey e nientemeno che Joey Ramone. I brani sono accattivanti, ben suonati e caratterizzati da sonorità decisamente flower. Difficilmente vi leverete dalla testa i loro ritornelli.
Putiferio: disputa con parole indecenti e immorali - discorso che solleva fetore e non si può sentire. Checchè ne dica il dizionario, questo disco si deve sentire. Un cazzutissimo noise, mischiato al post (rock o hardcore che sia) e a momenti rumoristici e di sperimentazione sonora. Chitarre nervose, batterie stuprate, passaggi elettro-wave e dark, il tutto condensato nelle 7 tracce del primo lavoro di questo quartetto padovano.
Tre simpatici toscanacci, pratesi per la precisione, mi regalarono questo loro demo dopo essersi esibiti in un modesto festival in collina. Pur senza sconvolgere per originalità, il trio dal vivo si rivelò decisamente efficace e coinvolgente. Un post-punk rabbioso, dai forti richiami anni '80, condito da una buona dose di stoner, e un cantato notevole, si fondono in un rock in bilico tra i VERDENA e i QUEENS OF THE STONE AGE.
Gli amati/odiati Extrema erano qui, probabilmente, al top della loro forma e della loro carriera. In questo che è il loro secondo album, suonano un metal violento e potente che si richiama principalmente a quello dei PANTERA, senza farsi mancare alcune parti tirate e più prettamente thrash, onnipresenti nei brani dei colleghi d'oltreoceano. Tecnicamente molto validi, sfornano qui alcuni gemme che sono entrate nell'olimpo del metal italico come Money talks e To hell.
Nonostante questa band canadese sia poco più di un passatempo per i suoi membri fondatori, i fratelli Wright (già all'opera con i più noti e impegnativi NOMEANSNO), in realtà ha saputo esprimere un punk rock di qualità, apprezzabile soprattutto nelle loro esibizioni live.
Nella noia generalizzata del panorama underground italico, ci pensa questo quartetto padovano, attivo dal 2001, a portare una salutare ventata di aria fresca. Anche se l'aria è quella già respirata in altre epoche, come quelle degli anni '60 e '70, alle quali i nostri si dichiarano devoti: sonorità beat e garage si fondono a tastiere acide e sbilenche, il rock'n'roll più minimale si mischia con la psichedelia ed il glam. Personalmente, mi ricordano molto i MAN OR ASTROMAN.
Una delle migliori realtà del panorama punk-hardcore nostrano. I quattro tarantini calcano le scene dalla fine degli anni novanta e questa, dopo un 7" ad inizio carriera, è la loro seconda tappa in studio. Affondano lel loro radici nel pieno della scena underground, facendo del d.i.y. la loro filosofia. Album totalmente auto/co-prodotti, liriche infuocate che dimostrano una forte presa di posizione verso molte delle ingiustizie che ci circondano e, a dispetto di tutto, booklet davvero ben curati e pieni di interessanti riflessioni. Suonano un hardcore abbastanza melodico, a metà strada tra la nuova e la vecchia scuola, ricco di stop'n'go e azzeccati cambi di tempo. Ottimo anche il cantato, gli urli e le seconde voci (fenomeno il batterista-cantante!).