1977: consacrato "padrino del punk" più per il suo passato e per la ferocia dei concerti che non per la vena glaciale di episodi comunque eccellenti quali Nightclubbing, Sister midnight, Funtime o China girl, Iggy Pop effettua una lunga tournée promozionale di The idiot, cui fa seguito l'uscita dell'ottimo Lust for life, realizzato ancora con la guida di Bowie: si tratta di un album sempre notturno ma di più marcata impostazione r&r, in cui spiccano pietre miliari quali The passenger, Sixteen, Some weird sin e la stessa Lust for life. 1978: interrotta la collaborazione con Bowie, Iggy si ritira per qualche tempo dalle scene dedicandosi alla stesura di nuovi pezzi. La RCA, intanto, consegna alle stampe TV eye, formidabile live inciso negli Stati Uniti tra il marzo e l'ottobre dell'anno precedente, che vede il solito Bowie alle tastiere e contiene anche versioni aggiornate di alcuni cavalli di battaglia degli STOOGES.
Stimolato da un commento postato su Osanna! L'angelo sterminatore da parte del bassista e co-fondatore dei R.D.O., decido di completare la discografia del gruppo anconetano (split con i CRACKED HIRN escluso - potete comunque trovarlo sull'ottimo Italia und New Wave) con questa splendida e introvabile demotape. Nonostante sia la prima uscita sulla lunga distanza dei Rivolta Dell'Odio, i nostri sembrano già qui avere le idee chiare su quale traiettoria seguire in futuro. Certo, non siamo ai livelli delle due produzioni successive ma il loro post-punk darkeggiante e spigoloso, ancora acerbo sotto molti punti di vista, si fa apprezzare soprattutto per liriche ed immaginario, elementi che accomunavano la band di Ancona all'attitudine di molte realtà punk/hardcore della penisola. Senza dubbio originali e al passo con i tempi, i cinque dimostrano anche, tra anatemi anticlericali e denunce di stampo anarchico, una certa abilità allo strumento che rende ancora più apprezzabile la demotape in questione. La buona notizia: il bassista ci informa che "un'etichetta" dovrebbe ristampare su cd il disco Osanna! L'angelo sterminatore (1986). La cattiva notizia: i bitrates si fermano a 160.
Rivolta Dell'Odio - Forze d'oppressione
Tracklist:
Sangue
a1. Ripetizione/Inganno a2. Sabotaggio a3. L'anticristo a4. Paese felice a5. Una vita
Sole
b1. La danza del sangue b2. Casa rossa b3. Forze d'oppressione
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Devastante 7" d'esordio per questo quartetto finnico impegnato nel recupero di sonorità ormai trentennali che si erano però diffuse anche nei freddi anni '80 finlandesi. Punk/hardcore a rotta di collo, selvaggio, breve e disperato, che in più di un momento richiama alla memoria la lezione dei maestri DISCHARGE. Peccato solo non poter comprendere una singola parola della lingua nordica che, nonostante tutto, sembra adattarsi bene al genere in questione. Fatelo vostro.
Le atmosfere cinematografiche hanno sempre rappresentato la spina dorsale dell’idea Ronin, naturale che il progetto dorelliano le abbracciasse ufficialmente in colonne sonore prima reali (quella del film Vogliamo anche le rose di Alina Marrazzi e della serie TV Non pensarci) e poi immaginarie (l’attuale comeback). L’ultimo re, oltre che una imaginary soundtrack, è anche un concept. Niente di meglio della frase riportata all’interno del booklet per coglierne l'essenza. Fa "con le budella dell’ultimo prete impiccheremo l’ultimo re" ed è una frase recepita in tenera età dal Bruno che, come una ossessione dal passato, riecheggia nella fantasia dell’autore in mille, diverse forme e varianti nel corso degli anni, fino a quella (se non conclusiva, per lo meno temporaneamente definita) della composizione delle presenti 9 tracce. Film senza immagini e poesia senza parole, L’ultimo re è un disco elaborato in formazione a quattro e completamente al maschile: Nicola Ratti alla chitarra, Chet Martino al basso e Enzo Rotondaro alla batteria, più - graditi ospiti - il violino di Nicola Manzan, il basso tuba di Giordano Geronzi e i field recordings di Ivan A. Rossi; supporti preziosi nell’incastonare il mood generale in percorsi a volte sghembi e/o laterali. Riecheggiano visioni di rivoluzione e resistenza, ribellione e liberazione trasfigurate attraverso la lente strumentale classica del progetto, ovvero desertiche atmosfere un po’ spaghetti western morriconiani, un po’ malinconiche visioni da mitteleuropa in disarmo. C’è molta polvere tra i solchi, esattamente come quella che riempie la scena finale dell'ipotizzato film mentre una dissolvenza incrociata indugia su due piedi a penzoloni. Quelli della Morte Del Re.
01. L'ultimo re 02. Fuga del prete 03. Meandro 04. Lo spettro 05. Tre miniature 06. Bleedingrim 07. Venga la guerra 08. Morte del prete 09. Morte del re
Continuing their live insanity onto disc, Somebody twisted your arm is a perfect example of the thrash/punk fusion that Fleshies work so well in. Using distortion right out of the eighties and a shouted-out set of vocals reminiscent of Darby Crash, Fleshies come to each track on Gung ho! with a myriad of interests and short times in which to express them. Ending Twisted with a sizzling guitar riff, I just took the most punk rock shit of my life looks farther back into American rock for the rhythm riff even if the drums come out of a metal background. Orienting the bass line along the noisy, jangly guitar riff of Shit is a work of genius as the high/low, dark/light dichotomy causes the track to work on two distinct levels. Now I can only hear sirens has Fleshies bring the song title to the listeners, recreating sirens through their guitars and hiding a strong melody underneath a layer of distortion and fuzz. With different tracks recorded in different locals, a track like I can't hear you is much more compressed, and this limitation draws the Fleshies closer to the punk bands of yore. This compression, as well as a straight-forward set of vocals and melodic backups, makes this an old-school punk epic in the present day. This compilation of tracks showcases the strongest pieces by Fleshies, and should be considered a greatest hits released by an act while they are still at the peak of their game, instead of trying to milk money out of a fanbase 20 years after the band was lucky enough to be called washed-up. Continuing their backwards-glance at some of the most influential bands of the last 25 years, The Long Road is reminiscent of the MISFITS, RANCID, and some of the more-upbeat punk, such as UNWRITTEN LAW, that permeated the California scene in the mid to late 1990s. Jumping between genres and general sounds shows the extraordinary nature of the Fleshies, and it is only on a disc like Gung ho! that his eclecticism can really show up.
Fleshies - I just took the most punk rock shit of my life
Tracklist:
01. Somebody twisted your arm (THE PHANTOM LIMBS cover) 02. I just took the most punk rock shit of my life 03. Now I can only hear sirens 04. It’s alright 05. I can’t hear you 06. 1,000 ways 07. I got a bruise 08. The long road 09. Gonna have to pass 10. Satellites (THE STRANGER STEALS cover) 11. No The, just Fleshies 12. Sexiest man alive (live) 13. Tinklin’ man 14. No one (live) 15. My buddy 16. Arbgabdo, baby!
Dal profondo sud, ancora loro, i fiocchi di mais venuti male, con il secondo 7" risultato della coproduzione tra Kortocircuito, Fortemente Indiziati e Smartz records. E dire che gli stessi produttori non risparmiano critiche alla copertina volgare, definendola "la più brutta della storia". In ogni caso, quest'episodio dei siciliani è un adeguato predecessore del già pubblicato Nora's room (2001), con quel giusto compromesso tra hardcore anni '90 e melodia, attitudine punk e liriche personali ed intelligenti. Poi un po' per la registrazione, un po' perché il mio rip non è dei migliori, la qualità del sonoro è a dir poco scarsa.
Cornflakes Freaks - Suck my worm
Tracklist:
a1. Stornello a2. Suck my worm a3. Chocolate biscuits
b1. Another grey carpet b2. Find peace b3. Ippo song
Coproduzione ---------------------------------------- Download here
Secondo lavoro (demotape esclusa) per i lagunari e formula immutata: tanta velocità, riffoni thrash e i classici cambi di tempo ideali per tuffarsi nel pit a gomiti alti. Con la bandana in testa, ovviamente.
Gonna Fall Hard - Don't call me friend
Tracklist:
01. Get down (intro) 02. Who's the guilty one? 03. Glass man 04. Perfect clone 05. My view of things 06. The night, the streets 07. Don't call me friend
Head On/Countdown records -------------------------------------------- Myspace Download here
Oggi Raff ci regala un biglietto di sola andata per Bogotà (Colombia), terra natia degli A Sangre Y Fuego. In questo che è il loro primo cd i cinque latini si esibiscono, abbastanza prevedibilmente, in un punk/hardcore di vecchia fattura con qualche evasione in ambito punk rock (Presos) e qualche tamarranza qua e là nei riffs e nelle parti di batteria. Non entusiasmanti in quanto a tecnica e originalità, gli ASYF fanno delle liriche il loro punto forte, nelle quali sfogano (non senza un minimo di retorica) tutta la loro rabbia popolare ed anarchica, ancora viva in quelle parti del globo. Al tutto aggiungete la cover della strumentale Back it up degli (sXe)hardcorers statunitensi TEN YARD FIGHT e un esplicito brano dal vivo dedicato al loro paese. Dalla Colombia con furore.
A Sangre Y Fuego - Homosexualidad activa
Tracklist:
01. La revoluciòn no serà transmitida 02. A sangre y fuego 03. Seguridad para tanta demencia 04. Presos 05. Bloque negro 06. El momento de la verdad 07. Integridad 08. No eres un turista aqui 09. Mujeres libres 10. Juegan con petroleo 11. Homosexualidad activa 12. Back it up (TEN YARD FIGHT cover) 13. La Colombia (live)
Gli Uzeda di Catania (Giovanna Cacciola, voce; Raffaele Gulisano, basso; Davide Oliveri, batteria; Giovanni Nicosia, chitarre; Agostino Tilotta, chitarre), come formazione, sono nati nel 1987. Dopo diversi concerti fatti in Italia nel 1989 firmano il loro primo contratto discografico con l’etichetta romana A.V. Arts, per la quale incideranno due dischi: Out of colours (1989) e Waters (1993). Out of colours prodotto dagli stessi Uzeda con l’apporto al missaggio di Kenny Mc Donald è un disco più che accettabile. Con un sound di facile impatto, gli Uzeda, riescono a distillare i suoni e rumori "assimilati" negli anni '80 in un loro sound. Tra il primo è secondo disco la loro creatività sarà segnata dall’incontro con il chitarrista degli SHELLAC, nonché già chitarrista dei leggendari BIG BLACK e RAPEMAN, Steve Albini che andrà a produrre il loro secondo lavoro Waters. Nell’autunno del 1994 viene licenziata per l’etichetta Strange Fruit la Peel Session degli Uzeda, registrata negli studi londinesi della BBC nel programma di John Peel, vera e propria icona vivente del giornalismo musicale. Giovanna e compagni sono gli unici artisti italiani , assieme alla P.F.M., a partecipare al programma The John Peel Sessions; gli unici italiani in assoluto ad essere invitati 2 volte al programma e ad incidere un disco (che racchiude 3 brani tratti da Waters + 3 inediti) della performance alla corte di John Peel.
Settantaquattro minuti di avanguardia è la proposta di questo talentuoso trio svizzero. Lo spessore artistico dei componenti (Domink Blum all'hammond, Mariao Plikas al basso e Lucas Niggli alla batteria e percussioni) è decisamente ragguardevole, trattandosi di personaggi già coinvolti in progetti d'alto profilo e provenienti dagli ambienti di conservatorio e delle aree free jazz più sperimentali. Descrivere con precisione l'andamento di Live è cosa nient'affatto semplice. L'improvvisazione è alla base di tutto il loro operato. Basso, batteria e hammond insieme alla ricerca della materializzazione sonora di reali incubi rumoristi e aritmici, spesso sfocianti da una parte in veri e propri sfoghi creativi dall'impatto inquietante, come nel caso della veloce parte centrale di Trabant-Knoxville-Skill o del tema/spot dell'annichilente Uncle Globus, dall'altra in climax astratti e impalpabili (leggi i divertissement cerebrali di Slaver-Meierei-Avant su tutto). In particolare l'organo, adoperato come vero e proprio strumento "terroristico" teso alla materializzazione di trame assolutamente noise e a sprazzi addirittura ancestrali, rende la loro musica particolarmente caratterizzata e riconoscibile. Premettendo che si va ragionare esclusivamente di una comunanza ideologica di fondo e non di vere e proprie condivisioni stilistico/esecutive, potremmo avvicinare gli Steamboat Switzerland a progetti come SUPERSILENT e MASS o, andando più indietro, alla filosofia della creazione attraverso il rumore dell'ultimo Coltrane. Come se Edgard Varese e Larry Young (decisamente il riferimento principe di Blum) avessero messo le mani sul repertorio del più elettrico ed eclettico del Miles Davis della svolta anni '70. Fornendo, quindi, un vero e proprio mondo a parte di suoni ed intenzioni, i tre da Zurigo si collocano in una terra di nessuno. A sinistra dell'impro/free jazz (forse troppo visionari) e destra di una scena alternative (non c'è STORM & STRESS o band post che tenga in questo caso). Forse il fascino deriva proprio dall'impossibilità di trovare loro una precisa collocazione. Da ammirare per quello che sono. Consigliati a chiunque viva con un certo approccio "intellettuale" i propri ascolti.
01. Little Wolf 02. Music 1-Slosh-Gold 03. Meier 1 04. Trabant-Knoxville-Skill 05. Uncle Globus 06. Ruth-KW 07. T.N.W.O.S.H.M.-Tanzli-Core 08. 555 09. Meier 2-KKW-Meier 3 10. Slaver-Meierei-Avant 11. Stolper-Orée-R5K3Ball 12. All Because The Lady Died (Hypnos)
Demotape fresca fresca proveniente dalla California, pubblicata ieri su quest'ottimo tape-addicted blog, scoperto oggi grazie a Maximum R'n'R. Beccatevi dunque l'esplicita recinzione in inglese (che è anche ora di impararlo).
San Francisco’s Neon Piss are so fukkn good. Every song reminds me of something that I can’t quite put my finger on, and still all of them sound entirely original. At different moments during my first listen, I clearly heard elements of COMPLICATIONS, NO HOPE FOR THE KIDS, JAY REATARD, WIPERS and others, but I stopped listening for references (in fact I stopped everything I was doing) and just listened. Three times in a row. This is easily the best demo I’ve stumbled across in ages (though technically it stumbled into my hands, but my point was simply that I had no preconceptions and no idea what to expect) — every second of this tape is catchy as hell and there is not a genre catch phrase to sum them up... it’s just sincere punk rock.
Seconda produzione in assoluto, entrambe nel 2010, per questo quintetto milanese dedito ad un hardcore in bilico tra la nuova e la vecchia scuola, senza troppi fronzoli ma magistralmente eseguito, veloce e rumoroso come piace a noi. Copertina minimale, come minimali sono anche i pezzi (7 in meno di 7 minuti), liriche incisive tra il critico e il personale, e una cover che dovreste conoscere tutti. Ringrazio la band per il link-omaggio che potete anche trovare sul loro Bandcamp. Lasciatevi illuminare.
Light Up! - Wasted
Tracklist:
01. Weighted down 02. Wasted 03. Green-white-redneck 04. C'mon Sis! 05. Self criticism 06. Mass media (INDIGESTI cover) 07. Noise
Provenienti da Wasghington, i Pussy Galore prendono nome dal personaggio del Goldfinger della saga 007. Il quartetto, che si distingue per l'assenza di un bassista, debutta nell'ambiente alternativo della città, dove ha la possibilità di esprimere un'attitudine randagia che rimanda ai primi ROLLING STONES e agli STOOGES, fatta di blues, r&r, garage, punk e hardcore.
Testamento dal vivo per i quattro rockers statunitensi (che daranno poi vita rispettivamente a CHROME CRANKS, JON SPENCER BLUES EXPLOSION e ROYAL TRUX): uno show adrenalinico registrato nell'agosto 1989 allo storico CBGB's.
Pussy Galore - Undertaker
Tracklist:
01. Nothing Can Bring Me Down 02. Adolescent Wet Dream 03. Sweet Little Hi-Fi 04. Understand Me 05. Pig Sweat 06. 1 Hour Later 07. Dead Meat 08. SM57 09. DWDA 10. Wretch 11. Kicked Out 12. Evil Eye 13. New Breed 14. Undertaker 15. Dick Johnson 16. Hang On 17. Kill Yourself 18. Alright
Cominciano i regali di natale. Il primo ce lo manda Davide e ci catapulta per l'ennesima volta negli anni novanta torinesi. E' il debutto sulla lunga distanza dei pasici Church Of Violence, dei quali abbiamo ormai ricostruito quasi l'intera discografia (l'ultimo tassello è una chicca a me sconosciuta che posterò a breve). Nei tredici brani di In puttanate 6 speciale, i NOFX de noantri (Letto 43) confermano la loro attitudine al cazzeggio anche a livello musicale: capaci di passare dall'hardcore a tinte fosche di chiaro stampo torinese (Rabbia claustrofobica, Ultimo stadio), a brani di funk acustico cantati in un dialetto imprecisato (Face friddu) quando non ad azzardati connubi tra hardcore e rap (Non ce n'è) con tanto di scratching d'ordinanza. Per non parlare della blasfema rivisitazione di Ufo Robot o delle malcelate influenze metallare che talvolta spuntano fuori nei riff o negli assoli di chitarra. Nel bene e nel male, imprescindibili.
Church Of Violence - Rabbia claustrofobica
Tracklist:
a1. Atlas Ufo Robot a2. Rabbia claustrofobica a3. Istruzione alla disobbedienza a4. Rido sempre a5. Letto 43 a6. Tu che mi dici a7. Sorrisi nell'universo
b1. No signore b2. Face friddu b3. Ultimo stadio/La mia attitudine b4. Non ce n'è b5. Wild thing
Una delle migliori live band al mondo? Probabilmente sì. E questo è anche uno degli episodi più riusciti della loro quasi trentennale discografia. Hardcore, noise, funky, il solito retroterra jazz e un'atmosfera darkeggiante che nel corso degli anni lascerà gradualmente il posto alla demente ironia dei fratelli Wright e soci. Il cd in questione raccoglie due album pubblicati entrambi nel 1988, uno dei quali (The day everything became nothing) uscito soltanto su vinile e per l'occasione rimasterizzato. Evidentemente in casa Alternative Tentacles hanno voluto rimediare subito all'errore... Non consigliato, di più.
NoMeansNo - And that's sad
Tracklist:
*tracks 01-06 from The day everything became nothing (12") #1988 *tracks 07-14 from Small parts isolated and destroyed #1988
01. The day everything became nothing 02. Dead souls 03. Forget your life 04. Beauty and the Beast 05. Brother Rat/ 06. What Slayde says 07. Dark ages 08. Junk 09. And that's sad 10. Small parts isolated and destroyed 11. Victory 12. Teresa, give me that knife 13. Real love 14. Lonely
Alternative Tentacles -------------------------------------------- Myspace Download here
Avevo già postato la loro discografia a inizio blog ma me ne sbatto altamente per tre motivi: la loro demotape (in parte assente in questa discografia) e il 7" .... Vivi! sono tra i miei preferiti della prima ondata di hardcore nostrano; il secondo cd contiene l'introvabile live tape le introvabili registrazioni, dal vivo e in studio, pubblicate nella tape del 1987 Il mio inferno (grazie Fernando per la correzione); è pur sempre un buon rip da cd. Rubo il link da Church of Zer. E compratevene una copia dal buon Petralia.
Crash Box -Ecstasy/Nato per essere veloce
Tracklist:
CD 1
*tracks 01-06 from .... Vivi! (7") #1984 *tracks 07-17 from Finale #1987 *tracks 19-27 from Nel cuore #1989
01. ... Vivi! 02. La Trappola 03. Troppi Rimpianti 04. Sangue 05. Se Devo Vivere 06. Morire Così 07. Tempo Zero 08. Ecstasy/Nato Per Essere Veloce 09. Sul Filo Del Rasoio 10. Flashes 11. Io Confesso 12. Fuoco! 13. Veleno Per Voi 14. Inquietudine 15....Vivi! 16. Chi Sono? 17. Finale 18. Destino 19. Bianco E Nero 20. Duello 21. Cosa Vuoi 22. You 23. Nel Cuore 24. Preludio 25. I Am Nothing 26. Olocausto 27. Intro
CD 2
*all tracks from Il mio inferno (live tape) #1987
01. Io Sono La Vittima 02. Noi 03. Accuso 04. Nessuna Colpa 05. Nato Per Essere Veloce 06. Veleno Per Voi 07. Crash Box 08. Il Mio Inferno 09. Senza Uscita 10. Crash Box II 11. Non So Tacere 12. Ascolta 13. Na-Y 14. Nessuna Colpa 15. Noi 16. Sotto La Mia Pelle 17. Nato Per Essere Veloce 18. Crash Box II 19. Accuso 20. Veleno Per Voi 21. Io Sono La Vittima 22. Se Devo Vivere 23. Troppi Rimpianti 24. "1984 Escape From N.Y." (La Trappola/Sangue) 25. Io Confesso 26. Sul Filo Del Rasoio 27. Sul Filo Del Rasoio 28. Nato Per Essere Veloce
Bizzarro collettivo inglese nato a Londra nel 1975 e che nel corso degli anni si è avvalso della collaborazione di numerosi artisti, tra i quali vale la pena menzionare i 2/5 dei THIS HEAT (Charles Bullen e Charles Hayward). Questa specie di maxi-singolo, una delle loro ultime produzioni, è un concentrato altamente eterogeneo di influenze che vanno dalla psichedelia di Syd Barrett al post-punk dei This Heat, da certo pop ispirato degli anni '60 alla genialità dei TALKING HEADS (Dinosaur Sex, Emergency), dal jazz al funky e alla world music. Nei 6 brani di Schizophrenia party si passa dai 9 minuti di funky/pop psichedelico di Dinosaur sex ai due minuti scarsi di Dazomo (una scheggia new wave in bilico tra XTC e WIRE), dai tribalismi di Silence alla TEARDROP EXPLODESiana Better lies. Poche spigolosità, parecchia melodia ma un songwriting decisamente efficace. Scopro anche che i nostri hanno pubblicato un nuovo album giusto un mese fa dopo 10 anni di silenzio. For your listening pleasure.
Lo avevamo anticipato tempo fa, al momento di indagare la scena del Canalese Noise e ora è qui in tutto il suo splendore. Estrazione matematica di cellule, esordio lungo per il quartetto a doppio-basso Ruggine, arriva confezionato in uno splendido digipack e avvolto in una costante tensione che avevamo imparato ad apprezzare all’epoca dell’omonimo ep. Riesumando i MASSIMO VOLUME (sensazioni che crescono/frasi che mi portano indietro nel tempo) Simone Rossi urla disperato e a noi sale un groppo in gola. Sembra di ascoltare Stanze, eppure il suono è rallentato, inspessito, aspro e vibrante: è una gara di resistenza di stampo post-hc come se ne poteva sentire e apprezzare nella prima metà dei 90s. In più, il quartetto della provincia Granda mostra capacità di sintesi e elaborazione di generi addizionando il suono di slanci noise, cupo livore di stampo quasi industrial e stranianti aperture melodiche. Il segreto sta nella sezione ritmica: l’interplay tra i due bassi di Paolo Scalabrino e Francesco Rossi e la batteria-monstre di Davide Olivero (un pachiderma tanto mobile quanto denso) su cui si liberano la chitarra angolare e la voce scartavetrata di Simone Rossi. Una voce (e dei testi) su cui riflettere. Una band (e un suono) che aspettavamo da tempo.
ps: il rip è di Esse, che ringrazio, ma se preferite potete usare il link di free download sul sito Escape From Today.
Ruggine - Estrazione matematica di cellule
Tracklist:
01. Estrazione matematica di cellule 02. Cadillac 03. Mangio il sole con gli occhi 04. Nautilus 05. Cosmospasmo spasmodico, cosmospasmo ultrabionico 06. Fujiko 07. Gulash 08. Thallium III
Da Raffaele, come sempre, roba strana. Che poi sull'internet i Brain Of Morbius vengono addirittura definiti un gruppo "leggendario". E io che non li avevo mai sentiti... Comunque, questi quattro londinesi, oltre ad essere matti suonati, sono in giro dal 1986 (anno di pubblicazione del singolo Neighbours/On the promenade) e credo proprio che ascoltarli soltanto non renda loro giustizia. Leggo infatti (sul Corriere delle Alpi!) che i nostri sono apprezzati soprattutto per i loro live esplosivi e deliranti. Art punk? Punk cabaret? Difficili da etichettare (soprattutto non avendoli mai visti..). Musicalmente parlando, invece, immaginatevi un frontale piuttosto rumoroso tra CRASS e KILLING JOKE, suonato con tocco jazzy (perlomeno la batteria) e corredato da liriche dementi e surreali. A farla da padrone nei 6 brani del cd sono la strabordante sezione ritmica, gli inserti impazziti dei synth e i deliri di Mr. Bones al microfono. Bella scoperta!
Brain of Morbius - I'm a busy bee and I'm loaded
Tracklist:
01. When I'm cleaning windows 02. I'm a busy bee and I'm loaded 03. She brews 04. Gasman 05. Wylie's woman 06. Wylie's woman (reprise)